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Il tafazzi

La roulette è la sua fonte continua di autolesionismo

Non lo si nota mai quando gioca, al tavolo si confonde con la massa degli altri giocatori, lui appare magicamente non appena la pallina cade nella casellina ed il croupier annuncia il numero vincente.

Lo si vede scappare via dal tavolo e impegnarsi a gesti di auto-punizione quali mordersi le mani, prendersi a botte in testa, darsi dei pugni sull cosce o degli schiaffi violenti sul viso.

Tutti questo gesti accompagnati da imprecazioni e d'insulti diretti a se stesso del tipo "Sono un deficiente, un cogl... un pirla.." o altre variabili regionali e dialettali.

Il mottivo di tanta rabbia viene poi spiegato nel dettaglio al malcapitato di turno che può essere un amico, un parente un conoscente o semplicemente un povero malcapitato che ha avuto al disgrazia di guardarlo stupito mentre gi si trovava di fronte.

Il Tafazzi ha fatto sempre la puntata sbagliata. Anche quando vince si lamenta perché avrebbe dovuto caricare di più sulla combinazione. Il suo autolesionismo è la colonna sonora di alcuni tavoli di casinò e ci farebbe quasi pena se ad un certo punto si ritirasse in un angolo a meditare sulle sconfitte. Invece riprende subito il controllo (si fa per dire) e lo si rivede avventarsi su uno dei tavoli e sparire tra la folla, come un oggetto ingoiato tra i flutti della marea.

Nessun problema basta aspettare l'annuncio del croupier o li vede saltare fuori dalle onde come un'orca e riprendere il suo rito autolesionistico.