Norman Leigh (1966)
Norman Leigh per anni ha studiato la roulette alla ricerca di un metodo per poterla battere finchè giunse alla conclusione che per realizzare l'impresa occorreva un metodo matematico un capitale consistente e la possibilità di giocarlo in gruppo su tutte le chances in modo da poter coprire con le vincite di una le eventuali sconfitte dell'altra.
Scelse la progressione conosciuta come "Labouchere" giocandola al contrario (Reverse Labouchere) e cioè aggiungere i pezzi alla serie dopo una vittoria e cancellare gli estremi della serie dopo una sconfitta. Con questo accorgimento limitava le esposizioni fissando a priori il capitale massimo da perdere.
Per formare il gruppo mise il seguente annuncio mascherato sul giornale locale della cittadina di Barnemouth in Inghilterra: "Riviera Francese. Partecipazione attiva ad un impresa in costa azzura. Quota 250 Sterline" (circa 3500 euro attuali).
Tra tutti quelli che hanno risposto ha selezionato dodici personaggi diversi tra loro per caratteristiche fisiche ed estrazione sociale e li ha trasformati, dopo un durissimo tirocinio pratico in Inghilterra, in delle macchine da gioco.
"Noi tredici abbiamo provato che un gruppo di persone determinate, lavorando con metodo scientifico può battere il casinò rispettando le regole."
Norman Leigh
Partirono per Nizza ed attaccarono il casinò dall'apertura alla chiusura giocando su un tavolo tutte e sei le chance in due turni. Norman Leigh prima di iniziare a giocare si recò dal direttore del casinò avvertendolo che avrebbe applicato un sistema matematico e chiedendo garanzie che non avrebbe avuto problemi da parte sua o del personale. Il direttore lo rassicurò convinto del fatto che nessun sistema matematico possa battere il banco.
Dopo otto giorni di gioco però quando avevano totalizzato una vincita di 58.000 sterline (1.200.000 euro), il direttore preso dal panico si rimangiò la promessa fatta e li fece allontanare dal casinò e addirittura li denunciò per farli inserire nella lista dei clienti non desiderati dai casinò pubblici francesi.
E' convinzione comune che Norman Leigh e soci siano stati fortunati.
Trattandosi di una progressione aggressiva, sarebbe bastato ai gestori del casinò lasciarli fare perchè matematicamente non avrebbero potuto durare ancora molto; ed al primo salto avrebbero perso quasi tutto il capitale.
Ma la pressione e lo spavento generato da quel gruppo li ha indotti ad agire di impulso impedendo loro di continuare e dimostrando al mondo intero che i casinò sono disposti a difendersi con ogni mezzo contro chi vince molto.
Norman Leigh racconta nel dettaglio questa sua avventura nel libro “Thirteen against the bank”