La mia storia di sistemista e giocatore
A quel tempo, io e un mio amico, avevamo perso innumerevoli ore di tempo a cercare un modo per battere quella macchina infernale.
Come tutti i principianti cercammo il modo di ottenere una vincita con una adeguata distribuzione di masse a tappeto. Naturalmente, qualunque distribuzione operassimo vi era sempre un punto debole che non ci permetteva una vincita matematica. Allora siamo passati a considerare ritardi e calori, ma il risultato era sempre lo stesso.
Dopo poche esperienze ci siamo resi conto che questi fenomeni, una volta rilevati, possono cambiare repentinamente di tendenza, rendendo vano ogni sfruttamento di ciò che avevamo rilevato. In sostanza, il massimo a cui eravamo giunti era la consapevolezza di non andare contro ai ritardi, di non seguire gli andamenti di una chance semplice con montanti tipo Martingala o D'Alembert, e comunque di non giocare a caso perché, nel tempo, la fortuna non esiste.
Questo fino all'incontro con questo signore. Era una persona anziana che, avendo sposato una ricca americana, aveva passato la sua vita dentro i maggiori casinò del mondo. Una volta separato dalla moglie si trovò a vivere solo e in povertà. Ci raccontò che il sistema che lui conosceva lo aveva appreso da un principe arabo che, a Montecarlo, lo metteva in pratica, con una buona disponibilità di capitale. Lo chiamammo “Il sistema del Principe”.
Io non so se la storia del principe arabo fosse vera, o fosse stata una “invenzione” per spronarci ad investire un capitale nel gioco. Il fatto è che da quel momento si sono aperti davanti a me i cancelli dell'inventiva e, fra le migliaia di tentativi, sono scaturite molte cose buone.
Ricordo con gratitudine l'intelligenza di quella persona, che ho definito “il mio maestro”, perché mi ha permesso di incanalare le mie risorse intellettive in una strada che considero l'unica per poter ottenere i migliori risultati possibili dalle leggi naturali del caso: la legge del terzo.
I sistemi possono vincere e possono perdere. L'importante è l'idea che giustifica il gioco, con la consapevolezza che ciò che vanifica il nostro metodo dipende solo da deviazioni dal comportamento tendenziale di una serie di numeri casuali.
NINO ZANTIFLORE
PS. “Il sistema del Principe” è pubblicato nel mio libro “LA FINE DELL'AZZARDO” con il nome il “Sistema delle distanze”