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Ogni montante ha il suo scarto

di Plato

Ogni montante è destinata, prima o poi, ad incontrare quella particolare struttura di eventi che la farà implodere

Ogni montante ha il suo scarto

Mi collego a codesto sito da circa un mese; e ora, nella duplice veste di appassionato di dialettica e cultore di giochi, mi è venuto l'uzzolo di entrare nel dibattito.
Brevissimo cenno biografico: mi interesso di giochi ( di strategia, d'azzardo, " teoria dei giochi ", teoria matematica del caos, et similia ) da circa venticinque anni. Ho attraversato con qualche bruciatura - ma anche con qualche soddisfazione, sia materiale che cerebrale - i territori del totocalcio, del lotto, delle roulette, e anche quelli di qualche " provincia " minore. Ho la presunzione di poter dire di conoscere approfonditamente ( per quanto è dato agli umani ) i problemi logici ed epistemologici inerenti i cosiddetti giochi di casualità. Tra di essi - a parte le ovvie diversità di struttura - non vi è alcuna differenza. La radice di ciascuno di essi si nutre di una sostanza tra le più elusive dell'universo conosciuto: il caos.

Ora, uno fra i grandi problemi dei giocatori, è che essi si occupano del gioco ( strategie, sistemi, metodologie, ecc. ), senza - quasi mai - farsi domande sulla vera natura del padrone di casa. Mi rendo conto che questa potrebbe - almeno ai più - sembrare accademia; pertanto, salvo che non intervengano ragioni per tornarci su, ci do un taglio, e passo ad argomenti più " pratici ". Ho letto, in alcuni interventi, richieste di chiarimenti sui risultati concreti - sul campo - del sistema ( in realtà si tratta di una montante, o progressione ) Johnson.

Mi corre obbligo premettere che ho sempre avuto un interesse piuttosto mediocre per le montanti: le ragioni di ciò si comprenderanno nel prosieguo. Tuttavia, quando mi capitò sotto gli occhi la Johnson , riconobbi che - a differenza delle altre montanti a me note - questa fondava su un principio la cui logica non può essere discussa. Tale principio è quello noto ( anche in campo assicurativo ) come: frazionamento del rischio. Ma, nel caso della Johnson c'era un elemento ulteriore di interesse: essa rendeva possibile ripartire gli eventi a venire in una struttura gerarchica di sottoinsiemi tale ( la struttura ) da far intravedere la possibilità di contenere lo scarto prima che questo facesse crollare la struttura. E' lo scopo/sogno di tutte le montanti: chiudere la partita prima che la montante salti. Non voglio tenervi sulle spine, ma la pillola è sempre amara: la montante saltò. Però, vale la pena di raccontare i fatti.

La Johnson, così come presentata dal suo autore, in realtà non può reggere che poche centinaia di boules. Questi afferma di averla applicata con successo per tutta la vita: il Signor Johnson è evidentemente un burlone. Forse ne ha applicato qualche variante; ma anche in questo caso credo di poter dire che l'affermazione del Signor Johnson è uno scherzo: sia perché qualunque variante interessante di questa progressione necessita di un computer, sia perché - anche se Mr. Johnson avesse potuto disporre di un palmare - ho la quasi certezza che nessuna variante della sua progressione possa superare la quantità e qualità di scarto che mediamente si incontra ogni 50/60 mila boules.
Dico questo, perché, circa una decina di anni fa incaricai un programmatore di formalizzare alcune varianti che il sottoscritto aveva apportato alla Johnson. Ciò che ricordo di quelle modifiche è che esse seguivano - come ho accennato sopra - la logica del frazionamento del rischio e della ripartizione di questo in una sorta di struttura ad albero. La cosa, in effetti, portò a dei risultati che, ove paragonati alla demenzialità suicida delle comuni montanti, avevano del prodigioso. Ricordo che già con la prima versione di prova, la montate salto dopo circa settemila boules.

Con l'aiuto del programmatore cercai di capire qual era il punto di rottura, e addivenni a successive versioni, fino a quella finale che non " saltava " mai prima delle 40 mila boules circa.
Talvolta, la mia versione della Johnson reggeva fino a 80 90 mila boules. Checché ne pensino coloro che credono che è sufficiente che una montante regga per la quantità di boules che mediamente si possono giocare in una vita, quel mio tentativo è stato un fallimento. E dimostrerò perché. Ma prima, ai più attenti e svegli debbo qualche chiarimento. Ma prima ancora, debbo fare una considerazione. Leggendo gli interventi sul forum, sono rimasto sorpreso dal fatto che nessuno - ma proprio nessuno - abbia richiamato l'attenzione sull'importanza cruciale della randomizzazione nell'esecuzione dei test.

Testare una procedura facendo uso dell'algoritmo legato all'orologio del computer ( mi si perdonino eventuali imprecisioni lessicali, non sono un programmatore ) è notoriamente una perdita di tempo. Dopo un certo numero di colpi si ripresenta la medesima serie; e i risultati ottenuti in termini di sintesi statistica hanno - in tal modo - valore nullo.

Quindi, il primo chiarimento che debbo, è che il programmatore che a suo tempo svolse il lavoro ebbe cura di utilizzare un algoritmo capace di generare una serie random aperta, ossia - almeno stando a quanto mi fu assicurato - una serie che non ripetesse periodicamente se stessa.Da questo punto di vista, quindi, quel test fu eseguito in modo perfetto.

Secondo punto: il programmatore eseguì un migliaio di prove, protocollando i dati tutte le volte che la montante saltava. Per " eseguì un migliaio di prove " intendo che la partita si considerava chiusa tutte le volte che la progressione portava ad una puntata superiore a 5.000 unità, e uno scoperto superiore a 30.000 unità ( cosa che non accadde mai prima di 40 mila boules giocate). Da lì, il generatore random ripartiva, e iniziava una nuova partita.

Terzo punto: se ricordo bene, la massima puntata effettuata in tutti i mille ( circa ) test prima del fatale salto fu di più o meno 800 unità. Ultimo punto, la mia versione finale della Johnson prevedeva un utile/partita di sedici unità, e una partita si chiudeva, mediamente, in duecento boules. Per chi sa far di conto, si otteneva un utile netto dell'otto per cento. Per quanto ne so, e fino a prova contraria, non esistono montanti capaci di garantire un simile utile per 40 mila boules. Ma so anche che, sebbene i test da me effettuati con tutti i crismi della scientificità indichino che in mille prove non ci siano mai stati salti prima di 40 mila boules,non esiste la minima garanzia che la prossima prova effettuata la mia bella montante non salti alla prima partita.

Il punto, il punto che la quasi totalità dei giocatori ignora, o, il che è peggio, si ostina ad ignorare, è che ogni montante ha il suo scarto; ogni montante è destinata, prima o poi, ad incontrare quella particolare struttura di eventi che la farà implodere. Questo è un dato di certezza assoluta. Potrei darne, se richiesto, una inconfutabile dimostrazione logico matematica. Ergo, la via per battere l'azzardo non è quella delle progressioni. Sono dell'avviso - nel senso che ho fondati e ragionati motivi di credere, ma non la prova - che sia possibile uno spostamento di probabilità a massa pari. Si tratta di battere vie e adottare prospettive del tutto eterodosse rispetto a quanto finora pensato e convenuto. Se tra i frequentatori del sito c'è qualche programmatore non dilettante, e dalla mente aperta, me ne dia notizia. Potrei valutare la possibilità di fare qualcosa assieme. Nel mentre, se qualcuno avesse osservazioni o quesiti su quanto da me esposto, sono disponibile ad eventuali chiarimenti.

Davide :
29/12/2014 16:46

Buongiorno, anche il sottoscritto avrebbe ideato, se così si può dire, un sistema che vorrebbe testare su 100 mila boules.
Qualcuno conosce software gratuiti in grado di farlo?

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