Ma tu vinci alla roulette?
di Il Direttore
Un conto è predicare e un conto è razzolare, e quando si tratta del gioco non si scherza ed è giusto rispondere al quesito posto da un lettore
Approfitto di questo spazio per ripondere alle domande che diversi lettori del sito mi inviano per eMail.
Vogliono soddisfare la legittima curiosità di sapere se io - che gestisco il portale della roulette, che dispenso consigli e che pubblico decine di sistemi, che elaboro software e statistiche su milioni di permanenze - sono in credito o in debito con la ruota?
La mia risposta è la seguente: Dipende!
E questa non è la classica risposta di circostanza, di quelle che si sentono al termine delle elezioni quando tutti trovano i motivi per dire che hanno vinto. La realtà è che spesso è difficile capire cosa si intende per essere/considerarsi vincenti alla roulette.
Vi propongo qui di seguito alcune riflessioni sul tema.
Vinci ogni volta che giochi?
Certo che no, se per vincente significa vincere tutte le volte che si va al casino (o ci si collega on-line) allora non lo sono. Certo quando si affronta una sessione di gioco, l’obiettivo è quello di vincere sempre, ma un buon giocatore mette in conto anche le serate negative e per questo sa quanto può vincere ma sa soprattutto quanto deve perdere.
Tornando alla domanda quindi se contiamo proprio l’andamento della serata devo dire che sono molte le volte che sono tornato a casa con le pive nel sacco: le battaglie perse. Ma se si guarda alla guerra…
Allora il saldo totale è in positivo?
Sì, se il discorso si sposta sul quattrino e si considerano tutte le giocate allora il saldo di gioco è senz’altro in attivo.
In vent’anni il bilancio tra i soldi puntati ed i soldi incassati è decisamente in positivo. Questo significa che sono un vincente? Dipende! Perché se poi considero tutte le spese per i viaggi, gli ingressi, gli alberghi, i ristoranti, e gli eccessi di spese fatte in seguito a grosse vincite (che non avrei fatto in condizioni normali) allora la lancetta si sposta verso il rosso.
Ma se consideriamo solo i pezzi?
Già perché anche il numero di pezzi è un indicatore importante. Quando si provano i sistemi a tavolino si ragiona in pezzi. Beh se consideriamo i pezzi il saldo è pesantemente in attivo.
Come tutti i giocatori non dotati di enormi capitali iniziali, anch’io comincio con i pezzi piccoli e poi salgo di valore fino ad arrivare a puntare delle cifre che giustifichino la vinta di un solo un paio di pezzi in media a serata. A quelle condizioni ci si arriva vincendo centinaia di pezzi piccoli e poi nel momento del salto negativo, si perde fisicamente un solo pezzo ma che però ne vale decine. Da qui il bilancio del tipo 49 pezzi vinti e saldo di cassa negativo…
Da quando poi gioco anche on-line per divertirmi o per testare sistemi con cifre irrisorie, il saldo dei pezzi è cresciuto mentre quello finanziario è rimasto pressoché immutato. Questo significa che sono un vincente? Si, ai punti mi ritengo senza dubbio un vincente.
E se considerassimo le giocate fatte con determinati sistemi?
Anche questa contabilità è interessante. Come tutti i giocatori che applicano metodi, anch’io in vent’anni ne ho provati molti e cambiati tanti. Si pensa di aver trovato il sacro graal salvo poi abbandonarlo alla seconda sconfitta consecutiva, per riprenderlo a distanza di anni perché poi forse non era così male. C’è una sola certezza. Qualsiasi metodo finora utilizzato, se applicato bene, ha un saldo di pezzi in vincita (e molti anche di cassa).
Se poi consideriamo in questa categoria anche le giocate a tavolino su migliaia di boules reali allora il bilancio sale. Questo significa che sono un vincente? Si, sulla carta mi ritengo un vincente.
Ma quindi non perdi mai?
Al contrario le più grosse esposizioni negative e la voce che abbassa il bilancio finale sono le giocate “estemporanee”, cioè quelle fatte in momenti di debolezza (in cui si ha paura ad applicare il sistema) o in momenti di euforia, in cui si vince grosso e ci si concede delle puntate alla superenalotto (tentiamo il colpaccio). In questo conteggio ci sono anche le famose puntate dei pezzi superflui, cioè quando si decide di chiudere e si mettono in tasca le fiches dell’attivo; quei pochi pezzi che avanzano dalla cifra tonda li si piazza sul tappeto.
Puntate che quando si azzeccano (tipo pieni e cavalli) danno soddisfazione immediata, ma se poi si ha il buon senso di conteggiarle, si scopre che tutti quei momenti di panico o euforia vengono pagati con la costante erosione del capitale.
Questo significa che sono un vincente? Si se azzecco il colpaccio e allo stesso tempo no, perché dopo tanti anni pur sapendolo, mi ritrovo a fare queste giocate guidato dall’istinto.
Concludendo
Non ho il sistema bancomat (gioco i sistemi pubblicati sul sito più o meno adattati alle varie situazioni), ma con l’esperienza ed una corretta condotta di gioco posso dire che nei confronti della roulette mi considero senza dubbio un non perdente.
Dopotutto il sito che abbiamo creato serve proprio a questo, a cercare di non perdere, e quando si riesce a non perdere a lungo ci si può illudere di essere vincenti….