Il lato oscuro della Roulette
di Il Direttore
Esperti, professionisti, studiosi e giocatori abituali lo sanno: vincere o perdere alla roulette è soprattutto una questione di testa.
Anche con una roulette senza zero (esperimento provato negli anni d'oro a Montecarlo) la maggior parte dei giocatori non ne trarrebbe beneficio, perderebbero comunque, vittime della propria condotta di gioco.
A complicare la faccenda sono i soldi e il peso psicologico che si portano dietro. Quando c'è un rischio o un azzardo che può portare ad una qualche forma di fallimento (finanziario, sociale, etc) l'essere umano è programmato per cercare di evitarlo.
Vi faccio un quesito.
E' il vostro compleanno, andate a giocare alla roulette al casino e per l'occasione avete un capitale di 1000€. La serata scorre con alti e bassi, soprattutto bassi, finché arrivate a puntare l'ultima fiche, che anch'essa finisce nel mucchio raccolto dal croupier. Disfatta totale avete perso tutti i 1000€, bel compleanno di m...
Mentre abbandonate il tavolo e mestamente vi avviate all'uscita un ispettore vi ferma e vi dice: "Buonasera, dato che abbiamo visto che oggi è il vostro compleanno, il casinò ha deciso di venirvi incontro. Le offriamo la possibilità di scegliere tra ricevere un rimborso di 750€, oppure la possibilità di vincere 2000€ ma solo se al prossimo colpo non esce il rosso.
Fermatevi un attimo, immergetevi nella situazione e pensate a come vi comportereste prima di proseguire nella lettura.
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Questo tipo di esperimento viene effettuato per dimostrare come ci si faccia influenzare dalla prospettiva della sconfitta e del fallimento nella scelta del comportamento da attuare.
I 750€ rappresentano un guadagno sicuro, che non fa chiudere in vincita, ma "toglie" dall'imbarazzo del fallimento totale. Si torna a casa sconfitti ma più sereni.
Ed è questa è la scelta che viene fatta dalla stragrande maggioranza delle persone. La parola "rimborso" ha un suono magico, piace molto di più della parola "vincere"
Da un punto di vista probabilistico non ci dovrebbero essere dubbi, ma la percezione del vantaggio è viziata dalla situazione in cui ci si trova; l'idea di "portare a casa la pelle" è più attraente della potenziale vittoria. Non ci si prende neanche il disturbo di calcolare se e quanto sia più conveniente. Se la cifra fissa proposta cominciasse a scendere, ecco che l'idea dell'azzardo comincia a piacere, e improvvisamente la matematica comincia ad avere importanza e, seppur spannometricamente, si valutano le due alternative. A 100€ tutti accettano la sfida. La situazione psicologica a quel punto non cambia; perdere 1000€ o 900€ è praticamente lo stesso e quindi tanto vale correre il rischio di vincere.
In poche parole si è più motivati a cercare di non perdere qualcosa che non a cercare di guadagnare qualcosa.
Tradotto nella roulette, una sconfitta pesa molto di più di una vittoria. Tutti lo abbiamo sperimentato. Una puntata sul rosso che in caso di vittoria ci fa tornare in pari (recuperando dalla sconfitta) è più "sentita" di una puntata sul rosso che in caso di sconfitta ci fa tornare in pari (annullando la vittoria).
Sembra un ragionamento ovvio. Ma la natura dell'azzardo è questa, e molti, proprio per questa avversione al fallimento non amano l'azzardo e il rischio quando di mezzo ci sono i propri risparmi.
Ma qui siamo tra giocatori e il problema di rischiare o meno non si pone, se si va a giocare alla roulette si è già deciso di rischiare.
L'avversione alla sconfitta è come un limitatore di velocità. Quando iniziamo a giocare è spento.
Si accende automaticamente alla prima sconfitta, riusciamo a disattivarlo momentaneamente se siamo in attivo, ma se siamo sotto rimane sempre attivo, influenzando il modo in cui giochiamo.
E' il lato oscuro che si impossessa della nostra mente, e a meno che non siamo dei giocatori Jedi il rischio di cedere è molto alto.
In queste situazioni ogni colpo diventa psicologicamente devastante ed è il momento in cui si fanno gli errori, in cui si devia dalla rotta programmata e si naviga a braccio seguendo l'istinto. Nascono così le puntate non controllate di cui poi ci si pentirà amaramente.
Il desiderio di "ridurre" le sconfitte e "portare a casa la pelle" è molto forte e non è così facile domarlo. Proprio per questo motivo bisogna avere una strategia programmata per qualsiasi colpo.
Ad ogni momento del gioco bisogna avere ben chiaro come affrontare il colpo successivo, sia in termini di combinazioni da giocare che in pezzi da puntare.
Vale la pena ricordare che siamo noi giocatori a controllare il gioco: come, dove e quanto puntare, e soprattutto quando smettere. Avere un metodo da seguire, qualunque esso sia, è palloso, ci toglie divertimento ma è obbligatorio se vogliamo vincere. E alla luce di quanto detto in precedenza un metodo ben definito (con stopwin e stoploss ragionevoli) è la spada laser a cui aggrapparsi quando "iniziamo a cedere al lato oscuro".
Che la forza sia con voi
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