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Il cammino verso la vittoria

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di J.T.K

L'importanza della selezione del colpo per cercare di riuscire ad ottenere un vantaggio a massa pari

In un mio recente articolo ho usato la parola “solidità” per definire un sistema che fosse non dico vincente, ma resistente nel tempo e che non rovinasse il giocatore che lo impiegava.
Mi è recentemente capitato, in uno dei forum che discutono di roulette, di aprire una discussione in cui si ipotizzava di avere realizzato il sogno di ogni giocatore, e cioè quello di aver battuto la Signora a massa pari.

E’ presumibile che il sistema io non ce l’abbia, però non è del tutto peregrino chiedersi: per arrivare ad averlo, che strada dovrei percorrere?

La risposta più in voga è “Nessuna: Il sistema che sogni non esiste e mai esisterà, la matematica e la tassa sul gioco ti  condannano alla sconfitta”.

Chi parla così ha in teoria tutte le ragioni del mondo, perché –come ho detto anche io più volte- la Roulette è un gioco iniquo, (pur essendo, ricordiamolo, uno dei MENO iniqui in assoluto): se vinci su un pieno, ti pagano la tua posta e 35 pezzi. 
Ma tu giochi contro 36 numeri….alla lunga questo solo fatto eroderà il tuo capitale.

Quando entriamo in sala quindi, siamo già perdenti prima ancora di puntare un pezzo, a meno che decidiamo di non giocare. 
In più abbiamo già trattato della perdita per gli errori del giocatore, e di vari altri fattori che ci “aiutano” a perdere più del normale.

Ergo, la conclusione è che vincere a massa pari è tanto possibile quanto camminare sull’acqua.

Esatto.

Allora, tutti a casa e non pensiamoci più?

Beh, non direi…perché secondo me si può sia vincere alla roulette a massa pari che camminare sull’acqua. …Dipende!

Lo so, state pensando che James T. Kirk si è bevuto il cervello. 
Bene, volete un esempio di ciò che intendo?

Se noi andiamo a Stoccolma o in Finlandia in inverno, e decidiamo di andare a fare un picnic sul mare, oppure decidiamo di andare a pesca al largo, ci andiamo a piedi e non in barca, letteralmente camminando sull’acqua.

Il “dettaglio” è che è acqua sottozero, quindi ghiacciata, ma sempre di acqua si tratta.

Quindi ciò che chiunque definirebbe assolutamente impossibile, in realtà è un gioco da ragazzi, a patto di avere le giuste condizioni.

Non a caso ho parlato di “condizioni”, se si pretende di camminare sull’acqua in estate ai tropici, si finisce annegati ben presto. 
Bisogna attendere il momento giusto…
Alla stessa maniera, ne converrete, se si pretende di vincere alla roulette giocando tutti i colpi…sapete che fine si fa, no?

Quindi la strada da percorrere è innanzitutto quella della selezione dei colpi da giocare.

Ho già avuto modo di dire che esiste una diatriba che è nata da quando esiste la roulette, tra chi dice che alla lunga selezionare i colpi ha un vantaggio e chi dice che tanto è lo stesso, alla fine non si fa altro che rimandare il momento del salto. 
Questo a mio avviso è vero per un numero infinito di colpi, ma nessuno mai nella sua vita di giocatore arriverà a vederne un numero infinito. Parzializziamo e portiamo il tutto su un piano reale.

Alla lunga troverete in linea teorica anche 56 rossi di seguito, e nessuno si aspetta di trovarli mai, il concetto è lo stesso.

Quindi selezionare i colpi non porterà sicuramente un vantaggio a livello teorico, ma a livello pratico, e cioè –ricordiamolo- dove dobbiamo operare noi, il vantaggio esiste eccome.

Chiarito questo fondamentale punto, affrontiamo il prossimo scoglio.

Abbiamo stabilito una selezione dei colpi da giocare che ci permette di vincere –poniamo- il 52% delle nostre puntate, non importa che sia su una chance o un pieno. 
Quindi, in teoria, a massa pari stiamo andando alla grande ed ogni 100 colpi che giochiamo vinciamo ben due pezzi, una goduria.

Andiamo al casinò tutti contenti con 100 pezzi, già pensando se comprarci un attico o direttamente una villa con piscina, e dopo una settimana di gioco torniamo a casa, senza un soldo.

Ehi, non vale! Io fatto i conti a casa, e non posso perdere!!!

Perché è successo?

Perché abbiamo incontrato una serie di colpi sfavorevoli, o se vogliamo dirla più tecnicamente uno scarto negativo, che ha prosciugato le nostre risorse finanziarie in maniera rapida ma per nulla indolore.

Noi sappiamo perfettamente che il formarsi dello scarto è una cosa naturale ed inevitabile, anzi, è una delle pochissime cosecerte che la roulette produce.

E’ un concetto che stranamente fa fatica ad entrare nella testa di molti che giocano, e che “pretendono” che l’equilibrio sia una costante naturale del sistema-roulette.

Bene: sappiamo che si formerà uno scarto, e dobbiamo affrontare questo fenomeno in maniera da non finire il capitale prima di cominciare a vincere, o di resistere all’erosione del capitale nelle fasi negative che sicuramente arrivano.

La soluzione più semplice e intuitiva è utilizzare una manovra finanziaria, in vincita o in perdita poco importa.

Certo, aumenterà la resistenza del sistema ma durante uno scarto negativo magari lungo, che succederà?

La montante si avvicinerà sempre più al limite del tavolo, o delle vostre finanze, fino a raggiungere uno o l’altro. Poniamo che abbiate tanti soldini, e che il limite sia quello del tavolo
Da quel punto in poi, si giocherà a massa pari per i massimi del tavolo, i rientri parziali non consentiranno un recupero del capitale investito, e la massa pari pagherà la tassa al banco, fino a farvi fuori il capitale.

Moltissimi autori, arrivando a questo punto, si sono inventati letteralmente di tutto e di più per aumentare la resistenza in perdita e quindi la possibilità di incontrare il rientro dello scarto prima di finire il capitale che per definizione non è infinito.

Alcune montanti in perdita sono assolutamente geniali, altre ancora assolutamente incomprensibili, ma tutte mirano allo stesso obiettivo, e cioè controllare lo scarto fino al rientro anche parziale dell’equilibrio tra le sortite. Ma purtroppo sappiamo che l’equilibrio è raro, in una permanenza.

Quindi, in ogni caso anche la montante non è la soluzione, a meno che….non si riesca a controllare lo scarto entro limiti definiti e congruenti con i limiti del tavolo..

Pare evidente che se noi riuscissimo a sapere a quanto ammonterà lo scarto massimo possibile in un ciclo breve di colpi, la faccenda sarebbe risolta anche senza ricorrere alla massa pari, potendo impiegare un capitale adeguato. 

Chi sostiene di vincere regolarmente alla roulette infatti, non lo fa con una massa pari, ma con una montante in perdita operata magari in situazioni di scarto controllato e su diversi piani di recupero mutuali.

Quando anni fa comparvero sul forum di questo sito gli enigmatici Gamblingbrothers, propugnarono dei concetti chiarissimi e in un certo senso elementari. 
Io non so se siano stati un bluff o meno, (sono convinto di no) non mi interessa se sono straricchi o rovinati o non giocano per nulla: mi fermo a ciò che dissero allora, e che è pura e semplice verità.

Il primo concetto:

“La roulette è una macchina perfetta che produce numeri perfettamente casuali”.

Questo è il risultato di una lunghissima sperimentazione effettuata con permanenze reali ed altre generate dal computer.

Ne conseguono un paio di cose.
La prima è che, al giorno d’oggi, non è possibile giocare sui difetti della ruota per volgere a nostro favore la percentuale di vantaggio del banco. 
Quella strada è da considerarsi chiusa definitivamente, buon per chi è riuscito a percorrerla in passato come Jarecki, o Jaggers. 
Adesso in molti posti  i cilindri vengono cambiati tutti i giorni, ovunque le roulette sono continuamente monitorate, insomma, nessun difetto è rilevabile, e se anche lo fosse, non è sfruttabile perché la casa da gioco lo rileverebbe prima di voi e nel caso capisse che ve ne siete accorti, prenderebbe le contromisure adeguate.  
Ne è la prova il risultato del test dei Gamblingbrothers.

Questa potrebbe essere considerata la pietra tombale sulle aspirazioni di battere la ruota a massa pari, ma in realtà è un informazione bellissima, per chi sa vedere un pochino al di là delle apparenze.
La seconda conseguenza infatti è che, non avendo difetti, la roulette DEVE comportarsi in maniera statisticamente prevedibile, o per dirla meglio, imprevedibilmente…entro certi limiti però, che sono determinabili e fissi.

 

Il secondo concetto dei Gambling:

“La matematica non vi aiuterà mai, vi dà perdenti per forza, dovete volgervi verso la statistica sui cicli chiusi del terzo per trovare eventi a scarto controllato e basso”.

In buona sostanza, dissero che costruendo un sistema condizionato, ed applicando una montante in perdita sullo scarto (piccolo) che si creava, recuperavano sempre e comunque gli scoperti risultando vincenti poiché il capitale che avevano era superiore allo scarto massimo possibile del sistema.

Quindi a loro dire giocavano una montante in perdita, ed avevano soprattutto uno stoploss categorico, nonché un capitale bello grosso. (2000 pezzi)

Li cito per chiarezza, fatevi un idea:

Abbiamo isolato diverse combinazioni, e ci siamo concentrati su una combinazione all’ interno del ciclo delle terzine. Ma avrebbero potuto essere anche altre.
(Questa l’ho messa io in grande perché è straverissima)

In due milioni di permanenze solo di 11 è stato lo scarto massimo di questa combinazione.

Abbiamo quindi ideato una montante a recupero, che ovviamente espone molto dato che il principio è quello della Garcia, ma rientra sempre. Il sistema prevede 2000 pezzi di capitale, la sperimentazione su due milioni di permanenze ha dato un attivo di 450000 pezzi e un max scoperto di 1600.

E ancora:

Abbiamo superato i 14000 pezzi di guadagno. Lo scoperto massimo, considerando la partita più difficile, è stato di 850 pezzi, anche se in senso finanziario non abbiamo mai avuto uno scoperto massimo, perchè il sistema è stato produttivo da subito ed al capitale di base di 2000 pezzi si è aggiunto quello delle vincite, in sostanza abbiamo giocato con i soldi dei casinò. La puntata massima è stata di 50 pezzi, ma non può essere di più, perchè la montante adottata non può superare questo limite, aumentano però il numero dei recuperi necessari.

Vi consigliamo di non tentare altre strade tranne quella dei cicli chiusi del terzo. Sono gli unici che non producono scarti elevati e dove potete applicare una buona montante in perdita, ( mai una progressione comunque), vi consigliamo un evento svantaggioso al pagamento compreso tra il 55% e il 75% di percentuale di svantaggio.

Per la ricerca dell'evento giusto, ovvero con uno scarto basso e sopratutto controllato cioè senza concentrazioni elevate sia in presenza che in assenza, vi occorre un'analisi informatica, perchè il dato non è  su base matematica ma statistica.

Questi concetti sono fondamentali, perché? 
Perché spostano l’obiettivo principale della ricerca verso una strada non più impossibile, ma percorribile.

Immediatamente uno dei partecipanti al forum capì le implicazioni delle parole dei Gamblingbrothers.

Si tratta di “Marco1”, autore di articoli e post interessantissimi ed istruttivi, nonché a mio avviso uno dei più grandi esperti di roulette che si possa trovare in giro.

Dopo questo doveroso riconoscimento, torniamo a noi: Che dissero di tanto innovativo i Gamblingbrothers, e prima di loro Sergio, autore di un articolo che a loro dire fu una rivelazione? (anche l’articolo è presente sul sito)

Riassumiamo ciò che dicono i Gamblingbrothers:  
-Non possiamo battere la roulette sul piano matematico. 
-Non possiamo battere la roulette sul piano della montante per via dello scarto e dei limiti del tavolo.

-Possiamo controllare lo scarto solo se operiamo in regime di svantaggio di pagamento.

Questo è il concetto base anche per me, e lo è da sempre.
Lo spiego con un semplicissimo esempio.

Io nel Silva gioco al primo colpo 4 pezzi per vincerne 2.

È senza dubbio un evento svantaggioso al pagamento (guadagno meno di quello che spendo) ma che statisticamente, indovino il 64.8% delle volte dato che gioco 24 numeri contro 13.

Tralasciamo il fatto che a seguire io operi una montante in vincita, e i Gamblingbrothers una in perdita, e anche ahimè che il mio scarto possibile sia enormemente più alto del loro: è il concetto, che  conta.

Ad esempio se giocassi le terzine, come fanno loro, un evento svantaggioso al pagamento sarebbe giocarne 9. 
Metterei nove pezzi a per guadagnarne solo 3, però avrei una probabilità del 72.9% di incassare. E’ evidente che le (poche?) volte che sbaglierò la puntata, il banco si prenderà molti dei miei soldi.   

Adesso quindi sappiamo in che direzione impostare le nostre ricerche: dobbiamo SELEZIONARE il colpo da giocare, e dobbiamo cercare di attaccare una combinazione che abbia lo scarto più piccolo possibile.

Qui si torna alle uniche leggi immutabili e dimostrate come valide che governano la produzione di numeri nel ciclo di 37 “eventi” che la ruota presenta.

Ovvero:  La legge del terzo applicata a cicli chiusi. Non c’è altra strada, a mio avviso.

E qui la vecchia “nemica” matematica, adesso, ci viene in aiuto.

Perché in effetti ci sono delle combinazioni che non solo hanno uno scarto davvero piccolo, ma matematicamente lo hanno in favore del giocatore…a patto di NON giocare tutti i colpi.

La vincita a massa pari a queste condizioni non è per nulla utopia, anzi, è estremamente semplice: basta sapere dove guardare. 
O, se preferite…basta sapere dove mettere i piedi mentre si cammina….sull’acqua!

hell :
29/12/2011 11:38
Gran bell' articolo, complimenti!
J. :
17/03/2012 04:09
JTK sei il migliore :D
rokkat :
15/10/2012 21:58
JTK, è sempre un piacere leggere i tuoi interventi
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Nessuna donna è in grado di sopportare un marito giocatore, a meno che non vinca sempre.

Lord Thomas Robert Dewar